Luoghi del presente – anno 2015

LAND ART al Parco delle cascate di Calvene – 4-5 luglio 2015

Il 4 e 5 luglio la natura di Calvene diventa Arte.
Il verde ha bisogno di occhi, il vento deve accogliere voci, alla terra servono mani.
Il 4 e 5 luglio la natura di Calvene diventa Arte.
Il verde ha bisogno di occhi, il vento deve accogliere voci, alla terra servono mani.La natura è cornice e opera d’arte allo stesso tempo.
Questa è la visione che anima il gruppo ‘Parco delle Cascate’.
Questa è Land Art.
Qui la creatività è una protagonista ‘naturale’, è il semplice atto del creare qualcosa per il gusto di farlo, per il gusto di comunicare con un gesto fugace, che sparirà in breve tempo. Il museo muore, rifiorisce l’arte naturale, l’istinto naturale che anima ogni pulsione creativa. L’istinto che anima l’uomo e il mondo.
La natura non diventa un contenitore per l’arte, ma oggetto d’arte. Mezzo di comunicazione grazie a installazioni realizzate con componenti esclusivamente naturali. Spazio creativo che si ricrea … per sua natura

DOMENICO SCOLARO PRESENTE CON DUE OPERE: PESCI FLUTTUANTI E VITE SOSPESE

1.TITOLO OPERA: PESCI FLUTTUANTI

Prove in studio

Con l’aiuto dei nipoti Greta e Sebastiano

OPERA ESPOSTA

PESCI FLUTTUANTI

Dopo la serie “I filosofi” esposti all’Arte Fiera di Verona nel 2013, Scolaro ci propone nuovamente uno scenario creato da elementi sospesi.
Con i suoi pesci fluttuanti gioca a disorientarci invertendo il sotto con il sopra, privandoci dei nostri usuali punti di riferimento.
In assenza di acqua questi piccoli e coloratissimi animali si spostano in branco fluttuando nell’aria, creano con i loro riflessi nell’habitat boschivo di Calvene un’atmosfera surreale.
Tolte le barriere fisiche l’artista ci invita a riflettere sul concetto di gruppo. Così come i suoi pesci pur muovendosi assieme si faranno strada fra gli alberi seguendo ognuno un suo percorso, anche la specie umana dovrà trovare nuove strategie di condivisione.

Elisa Spanevello

2.TITOLO OPERA: VITE SOSPESE

PROVE IN STUDIO
OPERA ESPOSTA

VITE SOSPESE, Un esperimento

Ripercorrendo il concetto ungarettiano della precarietà della vita umana, Scolaro affronta la caducità con “Vite sospese, un esperimento”.
Il messaggio usa e si traduce in quattro striscioni in stile orientale usati comunemente dall’industria pubblicitaria per accattivare la vista del pubblico in modo aggressivo.
Inseriti in un contesto naturale, nel bosco di Calvene, essi diventano corpo pulsante di un messaggio molto più profondo, un grido altrettanto violento che la natura stessa ci propone … il seme ovunque prenda radice può trasformarsi in vita se la natura lo acconsente.
Piante, erbe e altri elementi presi prevalentemente dal bosco faranno suo l’elemento imposto dall’artista nelle modalità e nei tempi che le stagioni e gli eventi atmosferici decideranno. Sarà la pioggia a dissetare questo verde e decretare se lasciarlo in vita o meno e sarà il sole ad imporsi con il proprio calore più o meno intenso a decidere se dovrà seccare o crescere.
In ogni caso tutto questo diverrà gradualmente un tutt’uno con l’opera stessa a significare che l’uomo rimane un elemento determinante solo e soltanto se saprà rispettare e dialogare con le energie che lo circondano.
Scolaro interviene a mano libera sui teli bianchi inserendo movimenti di colore, una metafora dei quattro elementi presenti in vita: il fuoco che ci riscalda, la terra sulla quale ci troviamo, l’aria che respiriamo e l’acqua che utilizziamo come risorsa.  Osservare un’opera in continua mutazione sarà un invito a riflettere sulla forza e al contempo sulla caducità della vita. Nascere e morire, la natura e l’artificio, l’essenziale e il superfluo, tutto in profondo equilibrio, un arbitrio che non spetta a noi possedere o giudicare, forse solo osservare con estasi.

Elisa Spanevello