Cristina Crestani – anno 1992

a cura dell’artista Cristina Crestani

C’è in Domenico Scolaro, per chi lo conosce, una fretta di vivere, di fare esperienze che lo conduce ad esprimersi in pittura attraverso pennellate rapide e costruttive.

Ogni colpo di pennello è meditato e quando si sgrana e scioglie sulla tela diventa materia, oggetto.

Il mondo che Domenico rappresenta lo definirei culturale-onirico.

Dalla iconografia tradizionale trae alcuni elementi figurativi che ripete nelle sue tele: la figura umana, gli alberi, i monti, il paesaggio in genere a cui aggiunge estrapolazioni culturali le piramidi, la sfinge e il tutto viene filtrato attraverso una visione onirica-panteista.

Tutto è vivente nelle sue tele, le montagne e le piramidi hanno occhi, orme umane camminano e tra questo traboccare di vita la figura umana che è spesso avvolta da bende, impedita di muoversi.

Quello che mi colpisce nella pittura di Domenico è la conflittualità tra desiderio di vita ed impossibilità di viverla, forse è ambiguità profonda tra pulsione di vita ed impulso di morte.

28/02/1992                                                                                                       Cristina Crestani