Elisa Spanevello – 2018

A cura della dott.ssa Elisa Spanevello – anno 2018

MONDO IN TRASFORMAZIONE

“Non esiste materia umile, solo materia non ascoltata”

Il filo conduttore della produzione artistica di Domenico Scolaro, nonché il motore dell’evoluzione intersecata e simultanea dell’IO uomo e dell’IO artista, risiede a mio avviso nella metafora del viaggio.

Sono 49+1 Anni che Scolaro è in viaggio con l’arte, titolo della biografia pubblicata di recente da Edizioni Zerotre, nata con l’intenzione di condividere esperienze ed emozioni artistiche, ma oserei direi anche di vita. Un racconto di opere che vede come protagonista la figura di un artista che ha saputo stare al passo con i tempi.

Scolaro sembra perennemente in viaggio in cerca di qualcosa, governato da una sana inquietudine di scoprire e comunicare le proprie scoperte, che si traducono in laboriosità creativa. Il viaggio è movimento, è ricerca, è vita che scorre; quando viaggiamo lasciamo alle spalle qualcosa di conosciuto, per andare verso l’ignoto, c’è quindi una componente di coraggio, di sogno, di visione della meta, ma altresì un desiderio di crescere e di imparare. Quando tutto questo viene trovato non solo in una destinazione ben precisa, ma in un senso di destino, intendo dire: non sta nel semplice raggiungimento della destinazione, ma nella strada che porta al destino stesso, il viaggio diventa vocazione. Lo diceva Carlos Castaneda tramite gli insegnamenti di Don Juan, che la vocazione è una strada che ha un cuore, inevitabile e da percorrere con leggerezza, perché con essa, realizzando con soddisfazione progetti materiali, porti a terra qualcosa che avevi immaginato, unisci pensiero trascendente e azione concreta. 

Scolaro viaggia con l’arte da cinquant’anni cercandone la compagnia, ispirato da questa vocazione, la attraversa in moltissime forme per arrivare alla tappa odierna, molto narrativa, matura e spirituale, che definirei sospesa fra l’immateriale e il materico. I lavori dell’ultima decade, che vengono proposti in questo notes, sembrano attraversare un “mondo in trasformazione”: il mondo che ci circonda in costante evoluzione, in cui troppo spesso l’apparenza e l’apparizione si fondono e si confondono, così come il dentro e il fuori, il bene e il male, completamente sradicati dai canoni filosofici.

In questo contesto di post-verità, così come è stato definito, che si estrinseca ad una velocità disumanizzata e in cui tutto risulta variabile e discutibile, l’artista si fa carico di una narrazione lenta. Ci ricorda che, oggi come un tempo, la storia di vita è sempre interessante e commovente, perché mette a nudo non verità assolute (cosa sia giusto o cosa non lo sia), ma pezzi di realtà personale, poetiche intime e vissuti in cui anche altri possono riconoscersi.

L’ho figurato come un artista in una sorta di peregrinaggio, un’espressione un po’ umana e un po’ cristiana, per dare il senso della fatica fisica, di un certo patimento materiale, ma altresì della potente aspirazione mistica e del lavoro interiore. Scolaro, con le sue opere d’arte, racconta i luoghi incontrati, ciò che ha sentito in questo suo peregrinare: le scoperte, le domande, le riflessioni, i ricordi, gli incontri… i propri diari di viaggio e ogni pezzo sembra essere una storia nella storia. Ogni opera diviene in tal senso bivacco: una figurazione reale composta da più materiali, spesso su diversi strati, così come a strati è il suo pensiero: “Non astratto, ma a strati“, direbbe!

E i luoghi dell’artista, questi piccoli mondi che lui intende condividere, hanno una soglia per accedere alla dimensione percettiva. All’interno, varcando con rispetto e con mente predisposta, si svelano le poetiche e con esse ognuno potrà provare l’esperienza di un dialogo del tutto personale.

Ciclo di mostre e presentazione del libro “49+1 anni in viaggio con l’arte” – anni 2018-2019

Dott.ssa Elisa Spanevello