“Il  Cammino”, riflessioni in una giornata uggiosa.

Il Sommo Poeta, di certo, è una figura ricorrente nella testa di Domenico Scolaro.
A volte consciamente, altre meno. Lo si è visto presente, negli anni, anche recenti, in vari lavori, in varie occasioni.
Dante sicuramente frequentava l’inconscio di Scolaro già negli anni duemila.
La Divina Commedia inizia con: “Nel mezzo del cammin di nostra vita..” ed é proprio “il Cammino” il titolo dell’opera di cui oggi voglio parlare.
Ne ho già scritto nel lontano 2007 ma, l’opera, immarcescibile nel suo acciaio Corten, non finisce ancora di essere spunto, col passare del tempo, di variegate riflessioni. Una fondamentale, eterna, in particolare: “Cosa vuole rappresentare?”
Partirò dal titolo.
Domenico intitola questo lavoro “il Cammino” e non “i viandanti”, o “umanità”, tanto per fare un paio di esempi. La parola, il titolo, nella sua accezione sublimata.
Il cammino perciò è inteso dantescamente come un percorso di vita, da qui, giocoforza, il titolo.
I numerosi viandanti presenti, nella loro diversificata rappresentazione sono solo gli indispensabili attori.
La forza dell’opera travalica le sue generose dimensioni e la robustezza della materia scelta per realizzarla, perché, nel momento in cui ci si sofferma a osservarla, come accennato poc’anzi, riesce a colpire l’io di ognuno nel suo percorso di vita.
Gli attori siamo noi, Vecchi e giovani, donne e uomini, figure con prole e/o con animali. Mani che si muovono etc.
L’opera d’arte diventa tale quando, superata la sua essenza rappresentativa, si sviluppa/trasforma in idee.
A rafforzare questo mio enunciato c’è anche la collocazione dell’opera stessa. Non prigioniera al centro di una piazza ma collocata quasi perifericamente, lungo l’argine di un fiume. La vita che scorre.
E’ limitrofa ad un parcheggio, che, ovviamente non è “la selva oscura” dantesca,  e questo per offrirle spazio di respiro, la possibilità di essere vista da più angolazioni. Assaporare il gioco di ombre che può produrre in varie ore del giorno ha, poi, qualche cosa di magico.

Arzignano 24/04/2024                                           Vincenzo Raimondi