A cura di Marco Signorelli Milano – anno 2004
Vorrei presentare un artista che vi invita a vivere.
I quadri, le ceramiche e le sculture sono tutti coerenti nello stesso disegno di comunicazione. In queste opere è stato deciso di utilizzare le figure ed i simboli come strumenti di pensiero.
E’ stata fatta la scelta di considerare il bello non come un percorso estivo, tipico dell’arte greca, ma come accettazione che la forma è intimamente soggetta al nuovo ritmo che il progresso della scienza ha individuato.
L’energia dei quanti permette salti energetici rivoluzionari istantanei assolutamente impensabili nei secoli scorsi, questa ha obbligato a ricercare l’armonia in una estensione artistica allargata, ha obbligato a pensare al suono dell’universo ed a obbligato a rivedere il ritmo energetico dello stesso colore, non più definito dai canoni ma dalle energie liberate.
Ecco di conseguenza che i cavalli, le piramidi, i pesci diventano oggetti da riscoprire con l’occhio la cui capacità di percezione e penetrazione è stata in questo secolo enormemente ampliata.
L’occhio ricorda l’impatto che i nuovi mezzi di comunicazione rendono possibile.
L’occhio nei quadri di Domenico Scolaro ci ricordano come non esiste più un mondo privato ma una espansione dei propri sensi che diventa illimitata e trascende la persona.
Esiste comunque una dimensione della realtà naturale cui l’occhio ha necessità di dialogare. Questo è un messaggio di equilibrio che ci chiede si salire anche sulla scala delle nuove energie con cui l’uomo oggi opera.
Scolaro ci apre una strada in cui scienza e sensibilità possono dialogare.