a cura dello scrittore Massimo Fanteria
Leggere la pittura di Domenico Scolaro mi ha affezionato fin dal primo momento.
E’ stato un vedere raffigurato su tela tutto l’esistenzialismo che mi ha seguito sino ad oggi e che ho cercato di descrivere in racconti e poesia.
Personaggi che si muovevano in una atmosfera surreale, senza dubbio, ma che nel contempo non abbandona la realtà che ci circonda.
Quelle imbracature fatte di bende e di legacci opprimenti, non possono essere lette con gli occhi di chi giorno per giorno è costretto a vivere con continui compromessi o privazioni, come le forme piramidali sovrastate dall’occhio, forse impietoso, ma presente di chi tenta di condurci in un tunnel da cui non solo non vorremmo mai entrare, ma da cui vorremmo uscire al più presto.
Ma oggi la pittura di Domenico Scolaro non è solo costruzione.
Oggi è maturata apportando tocchi sempre più qualitativi a quel tema più vicino alla sua personalità, quale è l’esistenzialismo.
Basta osservare i suoi ultimi lavori per notare quelle maschere e quelle orme che rendono ancora di più, se ce ne fosse stato bisogno, quel pensiero legato alla realtà quotidiana.
Maschere ed orme che si muovono in una armonia quasi scenica che a Scolaro viene spontanea e naturale.
Un pittore che definirlo solo tale è riduttivo, in quanto il suo tratto riesce ad entrate in simbiosi con il poema tanto caro ai poeti maledetti, di cui senz’altro ne può essere un seguace amatore.
Massimo Fanteria
(scrittore)
Pisa, 4 dicembre 1991