Pier Antonio Trattenero – anno 2012

A cura del critico d’arte Pier Antonio Trattenero

L’originale linguaggio pittorico di Domenico Scolaro desta stupore, a volte turbamento.

Le sue tele, intrise di raffinata simbologia esistenziale, raccontano la tensione del vivere, il grande mistero dell’esistenza, la ricerca dell’amore universale come strumento di elaborazione della sofferenza interiore.

La forza espressiva di Scolaro sta nel pathos che emanano i soggetti delle sue composizioni, figure che si esprimono nell’ essenzialità del segno, nella simbologia rappresentata dalle figure geometriche che richiamano il legame esoterico con la numerologia, nelle gradazioni cromatiche sapientemente dosate.

Il continuo divenire dell’uomo è rappresentato da una sorta di incompiutezza dei suoi quadri sempre aperti ad un successivo apporto emozionale, liberi da condizionamenti, essi trovano pieno valore nella scomposizione e rielaborazione estetica delle forme che perdono l’usuale codificazione.

L’occhio come principale strumento di percezione, strumento di indagine che sonda la realtà materiale, ma anche quella emotiva, sostituisce i lineamenti del volto e si fa strumento diretto di comunicazione interiore.

Linguaggio originale il suo, istintivo ma anche meditato, che gli consegna una posizione meritoria nel panorama dell’arte figurativa. Coerente e spesso critico con se stesso, non si accontenta di rimanere legato a modelli e schemi già acquisiti, elabora situazioni e impulsi estetici che lo portano a sperimentare in continuazione l’approccio con tecniche e materiali diversi, ne è prova la passione con la quale si è predisposto alla pittura su ceramica trasferendo su questo materiale tutta la ricchezza della sua figurazione.

A Scolaro preme soprattutto estrinsecare un messaggio, un invito, un grido esistenziale diretto all’ umanità, è il messaggio d’amore che alberga nell’artista, è il messaggio di chi anela forse a un’utopia; la pace interiore e la pace universale. Lo gridano con forza le figure umane che compongono le sue tele, lo gridano con forza le forme geometriche spesso animate da particolari che le rendono vive e palpitanti, insite nella realtà e nella storia. Presenze metafisiche di una fede personale nel bene, inteso come energia d’amore, forza liberatrice.

Occorre tener conto di questi elementi se si vuole usare una corretta chiave di lettura del suo modo di essere artista ed ascoltare attentamente, in sereno silenzio, le emozioni che le sue opere suscitano nel profondo del nostro cuore.